Posts by sgrunt
Comunicazione-arte-mediattivismo di Luigi Brescia
Le condizioni della comunicazione artistica in questi anni stanno cambiando e stanno assumendo varie e multiformi sembianze. Questo cambiamento non nasce dal nulla ma accompagna l'evoluzione naturale del fare arte, creare per contaminazioni per condividere e facendo dell'opera d'arte un mezzo politico. Tutto ciò passa per diversi media, dalle reti telematiche alle Televisioni di strada. Si potrebbe parlare di una “guerriglia” dei media non istituzionali. Di una rivalsa dell'underground contro la cultura alta, quest'ultima ci viene proposta in modo poco discreto dalle istituzioni artistiche. Da anni si assiste alla presa di coscienza collettiva e alla sua espressione, un espressione che non sempre ha uno stesso linguaggio per esprimersi, ma fa della contaminazione il suo punto di forza. Linguaggi che vengono dalla strada, dalla Rete e da contesti multipli. Si comunica con codici binari e si usa ogni mezzo per conoscere/condividere con coscienza e senso critico. Un modo per renderci figli del nostro tempo ormai senza memorie, ma una nuova memoria collettiva si sta formando che si vuole parlare/tramandare animata e sostenuta da una umanità varia. Fatta del suo gergo e dei suoi riti. Una delle esigenze del video militante è quella di raccontare la realtà lontana da quelle “cento vetrine” che ci propinano ogni giorno. Nella realtà quelle vetrine sono state infrante.
Se fossi avvocato querelerei lo stato !
IMMIGRATI AGGRAPPATI A GABBIE TONNI
Raggiunti da Marina italiana dopo rimpallo tra Malta e Libia
(ANSA) – PALERMO, 26 MAG – Dopo aver fatto naufragio nel basso Mediterraneo, 27 clandestini sono rimasti per 24 ore aggrappati alle gabbie di allevamento dei tonni. Aspettavano che qualcuno li salvasse. Ma il cinismo, le motivazioni economiche e la ragion di Stato hanno prevalso: e cosi', per ore e ore, la loro vita e' rimasta appesa al cavo d'acciaio di un rimorchiatore che li trainava. Alla fine sono stati soccorsi dalla Marina Militare italiana, dopo un incredibile rimpallo di responsabilita' tra Malta e la Libia.
Ma mi chiedo l'omissione di soccorso non è un reato grave per la "nostra" costituzione?
………………..S'io fossi foco arderei lo mondo e s'io fossi avvocato querelerei lo stato!
E' tutto il giorno che penso: come possa una qualsiasi mente umana "lasciare" quelle vite in "mezzo al mare" per delle ragioni di stato? E se questo è vero.. allora è un buon motivo in più per odiare la ragione di questo stato…
Oggi ne parlavo con una persona… e lei mi ha risposto "Vedi la politica in questi casi non ragiona sull'umanità ma sulla DETERRENZA. Cerca di creare il precedente per altri clandestini …che in futuro potrebbero provarci…" . Ma questa non si chiamava "legge del taglione"? Ma questa è la civiltà che noi civilizzati vogliamo addirittura esportare?
MAHblogs… anzi SGRUNTblogs !!!
Sul Trambus che si chiama precarietà qualcuno paghi il biglietto al futuro delle lavoratrici
di Beatrice Busi
Roma, stazione Termini. Ci incontriamo di fronte all'infobox di Trambus Open Spa. Paola lavora lì. Con lei c'è Tatiana che da un anno lavora a partita Iva sul 110 e gli altri bus turistici dell'azienda comunale. Paola, invece, è una delle quattro lavoratrici a tempo indeterminato della cooperativa Irs Europa, quella che ha l'appalto per il servizio. Ci raggiungono anche Ilaria, che ha un contratto a tempo determinato ed Elisa, anche lei partita Iva. Da mesi sono in agitazione, il 10 maggio hanno scioperato per tutto il giorno, adesione al 100 per cento. Ci prendiamo un caffè e ci facciamo una lunga chiaccherata.
I numeri parlano già molto chiaro. La Trambus Open Spa, figlia per il 60 per cento di Trambus Spa, l'azienda comunale che gestisce il trasporto pubblico della capitale, porta in giro 700 mila passeggeri all'anno su 60 autobus. Solo la linea 110 effettua 96 corse giornaliere, per un costo del biglietto che va dagli 8 ai 13 euro. Il presidente di Trambus Open, ma anche di Trambus, è Raffaele Morese, ex segretario confederale della Cisl. Gli autisti di Trambus Open sono circa 70, ed inspiegabilmente hanno il contratto dell'autonoleggio anzichè quello nazionale degli autoferrotranvieri. Per ognuno di questi autobus è obbligatoria la presenza di una "hostess" che vende i biglietti ed assiste i passeggeri a bordo, mentre a terra altre ragazze svolgono il servizio informazioni. In tutto, le lavoratrici sono circa 55, meno di 10 sono dipendenti non socie della cooperativa, mentre le altre svolgono "prestazioni professionali" a partita Iva. Niente ferie, niente malattia, niente articolo 18. Niente indennità di cassa. E' la quotidianità. Se c'è un ammanco di soldi o un disservizio che causa la richiesta di rimborso del biglietto da parte dei passeggeri, ci rimettono di tasca propria. Se 10 autisti si ammalano, 10 vetture non viaggiano e 10 ragazze non lavorano e non vengono pagate. Sembra una storia di ordinaria precarietà, ma quello che colpisce subito di queste donne, 25 anni di media, è la grande consapevolezza e la determinazione. Sono arrabbiate, hanno "coscienza di gruppo" e molta voglia di raccontare la loro esperienza.
L’inedito senso del pudore
Da molto tempo mi ripropongo di scrivere qualcosa ai miei colleghi documentaristi, ai critici e a tutti gli addetti ai lavori nell’ambito del documentario; ma in particolare è un po’ di tempo che penso di scrivere rivolgendomi a tutti gli organizzatori di festival del cinema del nostro Paese.
Vorrei cominciare con delle semplici riflessioni.
Con grande soddisfazione negli ultimi anni vi è stato un proliferare di festival che pongono la propria attenzione sul “film documentario” mostrando quindi l’esigenza da parte del pubblico e della società di confrontarsi con la realtà attraverso lo sguardo critico di un’opera documentaria.
L’interesse nei confronti dei film documentari, inoltre, è aumentato non solo tra gli spettatori ma anche tra i giovani e ciò è comprovato dal successo dei workshop e percorsi formativi professionali nell’ambito dell’audiovisivo.
Purtroppo tutto ciò viene del tutto ignorato dalle televisioni pubbliche e dalle società di distribuzione cinematografica impedendo in tal modo uno sviluppo tecnico-qualitativo delle opere italiane, necessario per un confronto alla pari con la produzione documentaristica europea.
Fatta questa breve premessa mi voglio rivolgere direttamente ai nostri “bravi” organizzatori di Festival del cinema e del documentario chiedendo loro che mi spiegassero da dove nasce questa affezione così forte con la parola inedito. Cosa li affascina e cosa li induce a ritenere questa parole irrinunciabile nella stesura dei regolamenti dei festival.
Vorrei capire cosa spinge un organizzatore di festival che vive in un Paese in cui il documentario è emarginato dal sistema televisivo, produttivo e distributivo a pretendere che la partecipazione di un’opera documentarista passi innanzi tutto dal fatto di essere inedito.
__LUNA ANNOIATA__
Alcune volte capita anche alla luna di annoiarsi, quella notte era una di quelle.
Ascoltava i grilli urlare ed era una dolce ninna nanna anche per lei,
Ma non poteva… cercava qualche nuvola dietro cui nascondersi e poter finalmente riposare,
ma il cielo per dispetto quella notte sembrava finto per come era limpido.
Anche Sara quella notte si annoiava eppure non aveva assolutamente voglia di dormire,
proprio ora non poteva addormentarsi!
Continuava ad accarezzare i suoi capelli,
si poteva pensare li stesse contando per quanta grazia c’era fra le sue dita nello sfiorarli,
pareva essere in un sogno immobile, pareva essere altrove.
Erano le due… quand’anche la luna ebbe un sussulto e le pareti tremarono,
tutte le luci e tutte le candele pareva si fossero accese in quell’istante,
….era tornata!!
OKKUPAZIONE !
Fonte ANSA 2007-05-25 17:24
LONDRA, DA BARBONE A PROPRIETARIO TERRIERO
LONDRA – Un barbone di 70 anni che dal 1986 vive in un angolo di Hampstead Heath, uno dei parchi più belli di tutta la città, è diventato il legittimo proprietario del terreno dopo che un tribunale ha deciso che, siccome nessuno aveva reclamato la proprietà del costoso appezzamento per 20 anni, l’uomo poteva considerarlo suo.
Harry Hallowes, questo il nome del senzatetto, da oggi è proprietario di un terreno di 800 metri quadrati che potrebbe valere fino a 4,5 milioni di euro.
La decisione del tribunale pone fine ad una battaglia legale iniziata nel 2005, quando una società immobiliare aveva cercato di sfrattarlo dalla sua capanna nei pressi di Athlone House, una ex casa di cura che ora verrà trasformata in un condominio con appartamenti di lusso. Hallowes, che negli ultimi 20 anni è diventato amico con molti dei ricchi e famosi residenti del quartiere, tra cui l’attore di Monty Python Terry Gilliam, si era rifiutato di levare le tende.
Un gruppo che rappresenta gli abitanti della zona ha deciso di dargli una mano, esprimendo preoccupazione sul piano di ristrutturazione di Athlone House e chiedendo che parte del terreno acquisito dall’immobiliare Dwyer venisse destinato al parco di Hampstead Heath. Al vecchietto è poi semplicemente bastato provare di aver vissuto nell’appezzamento in mezzo agli alberi per tutti quegli anni affinché il tribunale, secondo le leggi sull’occupazione, gliene riconoscesse la proprietà.
Ed è così che, alla sua venerabile età, lo ‘squatter’ di Hampstead Heath è diventato proprietario di un terreno milionario: anche se probabilmente non otterrà mai i permessi per rendere il terreno appetibile a potenziali acquirenti, Hallowes ora può cantare vittoria. "Questa è stata la mia casa per 20 anni, amo vivere qui. Ho sempre sperato di ottenerne la proprietà. Ora custodisco il rogito in luogo sicuro. Forse mi costruirò una casa. Pare che a tutti quanti qui intorno piaccia costruire", ha detto il pensionato
happy!
Beh… son tanto ubriaca… mi sembra l’unico buon motivo per aprire un blog!
welcome to me for me!