Alcune volte capita anche alla luna di annoiarsi, quella notte era una di quelle.
Ascoltava i grilli urlare ed era una dolce ninna nanna anche per lei,
Ma non poteva… cercava qualche nuvola dietro cui nascondersi e poter finalmente riposare,
ma il cielo per dispetto quella notte sembrava finto per come era limpido.

Anche Sara quella notte si annoiava eppure non aveva assolutamente voglia di dormire,
proprio ora non poteva addormentarsi!
Continuava ad accarezzare i suoi capelli,
si poteva pensare li stesse contando per quanta grazia c’era fra le sue dita nello sfiorarli,
pareva essere in un sogno immobile, pareva essere altrove.

Erano le due… quand’anche la luna ebbe un sussulto e le pareti tremarono,
tutte le luci e tutte le candele pareva si fossero accese in quell’istante,
….era tornata!!

Sara scese di corsa, attraversò le strade,
correva e correva,
ora i suoi occhi erano chiusi ma sapeva dove andare
…era tornata!!

-Un anno prima-
Prima ancora che aprisse gli occhi, l’odore di muffa e di olio fritto “troppe volte”,
le entrava nel naso, nelle orecchie, sotto le palpebre,
sembrava volesse rimproverarla per i suoi sogni.
Sara si alza e sfiora i suoi capelli pieni di nodi come i suoi pensieri, ma è tardi.

Sara aveva 20 anni e occhi talmente grandi che le imponevano di vedere tutto,
lei si chiedeva se sarebbe mai riuscita a chiuderli.
Sara da piccola era stata felice, Sara da grande “volevadanzare”.

Sara entra in un bar di quelli lunghi e cupi come il corridoio di un sotterraneo,
dove solo il bancone brilla come un binario fantasma e ti invita a partire,
ti promette di condurti talmente lontano che non tornerai mai più a dove sei partito,
viaggio di solo andata perché al ritorno il luogo dove tenti di tornare non ci sarà più…new level.

E lei quel treno lo aveva preso di corsa, sembrava gia tardi,
senza biglietto né valigie pesanti,
al diavolo quel posto maleodorante da cui partiva per sempre.
Si era tuffata in un mare acido
e se a volte sentiva stridere i binari, come di un treno che prova a frenare,
allora li bagnava ancora e il viaggio distrattamente riprendeva
come su di un’altalena, come su uno scivolo,
come se fosse un gioco.

Sara non voleva tornare,
viaggiareviaggiare,
qualche sera riusciva anche a chiudere quegli occhi,
senza provare né dolori né colpe.
Riposava e non sognava neanche,
camminava senza sentire alcun rumore.
Poi non si accorse dove né come,
ma i binari si invertirono,
e quegli occhi, anziché continuare il loro falso riposo,
si aprirono, si aprivano, continuavano ad aprirsi
e come fiori che dopo essere sbocciati
si slabbrano e appassiscono,
si dischiudevano sempre più fino a farle male.
Riattraversava ogni luogo passato ma stavolta ad occhi aperti,
vedeva tutto, vedeva troppo,
ma continuava a non vedere se stessa.
Stava tornando.

Le date e il tempo, i giorni e i mesi non esistevano più,
invece i suoi occhi si ferivano persino con l’odore delle cose
al punto che non capiva più se vedeva o sognava
ma soprattutto non comprendeva se era vista.
Sperava di ritrovare quel binario “occhi-chiusi”.
Stava tornando.

Erano le due… quand’anche la luna ebbe un sussulto e le pareti tremarono,
tutte le luci e tutte le candele pareva si fossero accese in quell’istante,
….era tornata!!

Sara scese di corsa, attraversò le strade,
correva e correva,
ora i suoi occhi erano chiusi ma sapeva dove andare
…era tornata!!

Sara tolse gli slip lentamente come fossero l’ultima traccia di un mondo,
entrò nella cabina doccia e non ne uscì più.
Ricordo che Sara da piccola era stata felice, Sara da grande “volevadanzare”.
Sara era la luna o forse Sara ero anch’io.