Posts by sgrunt

EL CUNNILINGUS ES UN ARTE

 

La Net-art: questa sconosciuta come il cunnilingus!

[Grazie per la scoperta a Strana Isobel ;-)]

On line lo trovate qui
http://www.yhchang.com/CUNNILINGUS_NORCOREANO.html

Questo infatti il loro sito
http://www.yhchang.com/
dove trovate la stessa opera in inglese tedesco e francese

Da wikipedia leggo su di loro
[http://en.wikipedia.org/wiki/Young-Hae_Chang_Heavy_Industries]

Young-Hae Chang Heavy Industries è un Seoul-based gruppo Web art composto da Marc Voge (USA) e Young-Hae Chang (Corea).

Il loro lavoro, presentato in 14 lingue, è caratterizzato da un testo-base di animazione composto in Adobe Flash che è altamente sincronizzato a una partitura musicale che è spesso originale e tipicamente jazz. [1] [2] Nel 2000, il lavoro YHCHI è stato riconosciuto dal San Francisco Museum of Modern Art per il suo contributo d’arte ondine. Nel 2001 il gruppo ha ricevuto una sovvenzione dalla Fondazione per l’Arte Contemporanea sovvenzioni agli artisti. La loro mostra personale, "nero su bianco, Crescente Gray", un sette-installazione di canali, faceva parte di apertura inaugurale del New Museum of Contemporary Art, New York, nel 2007.

I loro brani sono caratterizzati da velocità, i riferimenti al cinema, poesia concreta, ecc Il loro lavoro è a volte si chiama letteratura digitale e la net art, ma non vi è consenso.

E’ questa è la trascrizione del testo:

EL AMADO LÍDER NORCOREANO KIM JONG-IL PIDIÓ A INDUSTRIAS PESADAS YOUNG-HAE CHANG QUE PRESENTARA EL SIGUIENTE TEXTO

RIP: A REMIX MANIFESTO 2.0

RIP: A REMIX MANIFESTO 2.0 è un fantastico documentario collettivo su copyright, diritto di cultura e remix libero!!

http://www.opensourcecinema.org/project/rip2.0

1- LA CULTURA è SEMPRE COSTRUITA SUL PASSATO

2- IL PASSATO CERCHERA’ SEMPRE DI CONTROLLARE IL FUTURO

3- IL FUTURO TENDE AD ESSERE MENO LIBERO

4- PER DAR VITA A SOCIETA’ LIBERE BISOGNA LIMITARE IL CONTROLLO DEL PASSATO

http://www.opensourcecinema.org/

RiP: A remix manifesto is an open source documentary about copyright
and remix culture. Created over a period of six years, the film
features the collaborative remix work of hundreds of people who have
contributed to this website, helping to create the world’s first open
source documentary.

We are now collecting contributions towards Rip 2.0 – we’ve shown
several evolved versions at film festivals, and the goal is to present
a final version in 2010! Check the tasks for the material we need.

For more information about Rip, for showtimes and press information, please visit www.nfb.ca/rip

La guerra in carne e ossa

“Godo nel minacciare il sole con una pistola ad acqua.”


Charles Bukowski

 

Il ricordo di te come il singhiozzo compare d’improvviso,

insistente, inopportuno e apparentemente immotivato

e allora come se fosse naturale, evito di respirare.

Vivo con il cuore in trincea e combatto passionarie battaglie

sul pericoloso fronte del mio equatore latteo

che dissemina segni e sogni quasi sempre incomprensibili.

Quando mi depilo cerco i contorni del mio essere,
un sentiero nascosto che mi lasci conquistare questo fertile territorio.

Lotto alla conquista di un corpo che pensavo mio.

Grazie ai ragazzi

 

(Clicca sull’immagine per vederla in alta qualità)

Ilha das Flores

"L’isola dei fiori" è un corto brasiliano del 1989 (molto carino) su capitalismo e consumismo, ha girato parecchio nei festival ma non c’era in italiano… dunque solo 20anni dopo, io e Fiona, abbiam deciso di sottotitolarlo !! …..anche perchè è ancora attualissimo… buona visione!

[Alcuni browser non lo visualizzano qui sotto.. allora potrete vederlo qui]

 

Donne migranti online!

E’ on line il blog

http://www.nidodirondini.blogspot.com

E’ il frutto di un’interessante esperienza di laboratorio informatico con donne migranti
che frequentano un corso di italiano. E’ in rete solo da pochissimi giorni dunque è ancora da riempire, migliorare, etc


Testosterone partout, justice nulle part

[Qui trovi alcune mie riflessioni in merito]

Comunicato n° 1
Testosterone partout, justice nulle part

Al termine della MayDay di Milano, il primo maggio scorso, è avvenuto un
fatto gravissimo: l’abuso di un uomo su una donna. Come uomini e donne
che partecipano al processo di costruzione della MayDay, ci sentiamo
direttamente coinvolt* in quello che è successo e siamo rimasti colpiti
nel cuore dal fatto che sia accaduto in uno dei nostri spazi. Anzi, in
quello che per noi è uno degli ultimi spazi residui di libertà ed
espressività della città di Milano.

A mente un po’ più fredda rispetto alle prime ore dopo il fatto, ci
sentiamo di scrivere ancora qualche riflessione, che dirigiamo a chi ha
partecipato alla MayDay, a chi l’ha seguita da lontano o da vicino, a
chi ci ha criticato e attaccato e a chi ci ha aiutato a capire cosa
fosse successo. Soprattutto le dirigiamo alla ragazza che ha subito
sulla sua pelle la violenza, a cui va il nostro abbraccio sincero.

Mayday mayday davvero…

Fino ad ora, colpevolmente e per affezione personale, ho interpretato il silenzio sulla violenza di genere da parte del Movimento e della sinistra antagonista come una “distrazione” non totalmente volontaria, uno dei tanti silenzi che ci trasciniamo a causa del “sovraccarico militante”. Ho sempre affermato in ogni occasione la convinzione che comunque era ed è una grave mancanza, anche perchè i luoghi di movimento sono permeati da machismo e sessismo, magari in maniera un po’ più velata che altrove, ma neanche troppo…
 
Mi sono interrogata a lungo quanto l’escludere “i maschi” dal famigerato corteo del 24 novembre era giusto, e tra le tante risposte ne è valsa già solo una: che, proprio come per la precarietà e la may day, i/le compagni/e sanno bene che le lotte non si costruiscono solo con i momenti di piazza ma o si vivono quotidianamente …o niente….
 
La reazione espressa, sia dal comunicato stampa che dai vari blog e media indipendenti, alla violenza sulla ragazza romana durante la conclusione della MayDay milanese mi lascia davvero basita e mi spiaccica in faccia ciò che temevo.
 
Tutti i compagni sono a preoccuparsi che l’ “oggetto MayDay” non venga violato e infangato, o tutti a dire “è vero forse gira troppo speed …” (e qui parte l’insulsa sfilata con agli estremi bacchettoni e fattoni) o al massimo la discussione arriva a se è stato giusto consegnare lo “stupratore migrante irregolare” alla polizia “noi che siamo contro carcere e repressione e cpt e…”. I pochi che si “ricordano” della ragazza stuprata hanno come massima preoccupazione stabilire “QUANTO sia stata violata”!!

programma LADYFEST_Roma – 21_22_23_24 maggio

Il primo Ladyfest e’ stato organizzato ad Olympia nel 2000. Da allora si sono susseguiti  centinaia di Ladyfest in tutto il mondo: una rete internazionale il cui nucleo concettuale condiviso è la promozione dell’arte indipendente, la decostruzione di modelli imposti e restrittivi, la rivalutazione del corpo e della sessualità come sperimentazione nelle sue infinite forme, in una prospettiva queer, antirazzista, transgender e femminista.

Leggi anche "THE LADY IS FICKLE"

Il Ladyfest romano è un festival "do it yourself" e no-profit che si svolgerà in maniera itinerante con workshop, mostre, concerti, djset, teatro, proiezioni video, installazioni e merchandising di autoproduzioni.


Presidio a Napoli-I medici denunciano clandestina dopo il parto

2 APRILE ’09 – NAPOLI
ORE 17.00- davanti al fatebenefratelli
(via manzoni 20, 5000mt fermata metro mergellina)

PRESIDIO – SIAMO TUTTE CLANDESTINE!!

Solidarietà a Kante.

Contro pacchetti sicurezza e norme xenofobe
che ci vogliono distinguere in cittadine/i con e senza diritti,
rispondiamo che

SIAMO TUTTE CITTADINE DEL MONDO E ANDIAMO DOVE CI PARE!