Donne migranti online!

E’ on line il blog

http://www.nidodirondini.blogspot.com

E’ il frutto di un’interessante esperienza di laboratorio informatico con donne migranti
che frequentano un corso di italiano. E’ in rete solo da pochissimi giorni dunque è ancora da riempire, migliorare, etc


Testosterone partout, justice nulle part

[Qui trovi alcune mie riflessioni in merito]

Comunicato n° 1
Testosterone partout, justice nulle part

Al termine della MayDay di Milano, il primo maggio scorso, è avvenuto un
fatto gravissimo: l’abuso di un uomo su una donna. Come uomini e donne
che partecipano al processo di costruzione della MayDay, ci sentiamo
direttamente coinvolt* in quello che è successo e siamo rimasti colpiti
nel cuore dal fatto che sia accaduto in uno dei nostri spazi. Anzi, in
quello che per noi è uno degli ultimi spazi residui di libertà ed
espressività della città di Milano.

A mente un po’ più fredda rispetto alle prime ore dopo il fatto, ci
sentiamo di scrivere ancora qualche riflessione, che dirigiamo a chi ha
partecipato alla MayDay, a chi l’ha seguita da lontano o da vicino, a
chi ci ha criticato e attaccato e a chi ci ha aiutato a capire cosa
fosse successo. Soprattutto le dirigiamo alla ragazza che ha subito
sulla sua pelle la violenza, a cui va il nostro abbraccio sincero.

Mayday mayday davvero…

Fino ad ora, colpevolmente e per affezione personale, ho interpretato il silenzio sulla violenza di genere da parte del Movimento e della sinistra antagonista come una “distrazione” non totalmente volontaria, uno dei tanti silenzi che ci trasciniamo a causa del “sovraccarico militante”. Ho sempre affermato in ogni occasione la convinzione che comunque era ed è una grave mancanza, anche perchè i luoghi di movimento sono permeati da machismo e sessismo, magari in maniera un po’ più velata che altrove, ma neanche troppo…
 
Mi sono interrogata a lungo quanto l’escludere “i maschi” dal famigerato corteo del 24 novembre era giusto, e tra le tante risposte ne è valsa già solo una: che, proprio come per la precarietà e la may day, i/le compagni/e sanno bene che le lotte non si costruiscono solo con i momenti di piazza ma o si vivono quotidianamente …o niente….
 
La reazione espressa, sia dal comunicato stampa che dai vari blog e media indipendenti, alla violenza sulla ragazza romana durante la conclusione della MayDay milanese mi lascia davvero basita e mi spiaccica in faccia ciò che temevo.
 
Tutti i compagni sono a preoccuparsi che l’ “oggetto MayDay” non venga violato e infangato, o tutti a dire “è vero forse gira troppo speed …” (e qui parte l’insulsa sfilata con agli estremi bacchettoni e fattoni) o al massimo la discussione arriva a se è stato giusto consegnare lo “stupratore migrante irregolare” alla polizia “noi che siamo contro carcere e repressione e cpt e…”. I pochi che si “ricordano” della ragazza stuprata hanno come massima preoccupazione stabilire “QUANTO sia stata violata”!!