… e così festeggio l’auto-suicidio da facebook!!
[Un grazie infinito a chi non si fa i cazzi suoi e
ai momenti molto strani della vita!] 😉
http://www.youtube.com/watch?v=4zP1IjgSO_E
… e così festeggio l’auto-suicidio da facebook!!
[Un grazie infinito a chi non si fa i cazzi suoi e
ai momenti molto strani della vita!] 😉
http://www.youtube.com/watch?v=4zP1IjgSO_E
Il ricordo di te come il singhiozzo compare d’improvviso,
insistente, inopportuno e apparentemente immotivato
e allora come se fosse naturale, evito di respirare.
Vivo con il cuore in trincea e combatto passionarie battaglie
sul pericoloso fronte del mio equatore latteo
che dissemina segni e sogni quasi sempre incomprensibili.
Quando mi depilo cerco i contorni del mio essere,
un sentiero nascosto che mi lasci conquistare questo fertile territorio.
Lotto alla conquista di un corpo che pensavo mio.
Chiudo gli occhi come le serrande di un bar periferico
che puzza di schedine e speranze sbagliate.
Pensieri incapaci di trovare il loro significato,
parole piene di accenti.
Vorrei riuscire a parlar da sola.
Ho obliterato un biglietto che mai userò,
mi son stesa su un binario obliquo.
Baratto me stessa in cambio di un sogno inutile,
un sogno di altri, un sogno vero
che non può esser per me,
lo allontano.
Cerco le mie porte e attendo spifferi
Guardo un cielo, uno qualsiasi.
Tirò fuori velocemente dallo zaino la maglietta sporca di sangue, fece attenzione a non muoversi per non sporcare il pavimento, era appena morta eppure aveva le apprensioni della massaia. Sentiva uno strano odore di muffa mista a fango, gli inondava le narici, gli soffocava la gola.
Denise aveva 34 anni e già troppi danni.
Denise non era triste anzi… ma la sua felicità le puzzava di scaduto. Era troppo tempo che si sentiva come la maionese in frigo. Sfiorò il suo sangue… era freddo come lei, non era caldo come aveva letto nei racconti pulp. Si svegliò di colpo e il sapore in bocca di maionese avariata le diede subito la nausea, provò a vomitare ma uscì solo saliva bianca e respiro affannato. Richiuse gli occhi, sbuffò e già il lavoro e la spesa le pungolavano lo stomaco e il cervello.
Rafael aveva gli occhi di un uomo e la sensibilità di un criceto, leggeva libri per collezione e quella notte aveva sognato la sua mamma. “Mi ami?” era la domanda più frequente che aveva rivolto nei suoi 38 anni di vita distratta. Si girò fra le lenzuola sporche e sfiorò i seni di Denise, scese giù lentamente verso l’ombelico, giocherellò con l’elastico dei suoi slip e poi andò in bagno a lavarsi i denti. Quando ne uscì Denise non era più lì.
Fabiola si stropicciò gli occhi, portò il pollice destro in bocca e con la sinistra cercò mamma e papà, un’illusione piccola come lei, in fondo già sapeva che non sarebbero mai stati lì, si incappucciò con le lenzuola, inspirò profondamente e continuò a dormire.
Passò un giorno o forse più.
Denise prese la pillola, impostò la sveglia sul Nokia e si arrotolò fra le lenzuola, non c’erano né Fabiola né Rafael, si chiese già dormendo dove mai fossero…
Si svegliò dopo poco completamente bagnata fra le cosce, era eccitata come non le succedeva da tempo, approfittò delle assenze per accarezzarsi… poi fumò 4 sigarette e si impose di dormire.
Rafael stringeva forte la mano sinistra di Fabiola che con la destra diede i due euro al fioraio, e Fabiola strinse forte quelle rose senza sapere perché. Le portò sulla tomba di una mamma qualsiasi.
Un coltello trafisse le aspirazioni di Denise,
un coltello trafisse la sicurezza di Rafael,
un coltello trafisse l’esistenza di Fabiola
… ma forse erano vivi.
TORNO DAL MIO PAESE NATALE…
NONOSTANTE CIò, CI HO TRASCORSO IL FERRAGOSTO…
è UN LUOGO DIMENTICATO DAL MONDO…
E INFATTI SI STA BENISSIMO SENZA QUESTO MONDO!
Chiuse gli occhi e tornò indietro col pensiero,
aveva spento la luce, chiuso il gas e l’acqua,
non ci sarebbero state perdite…
nient’altro che lei si sarebbe perso.
Voleva dimenticare di abbracciarsi e lasciarsi piovere dentro.
Mangiò le unghie e evitò di mangiare altro.
Il suo corpo è la sua gabbia.
Il suo unico pensiero è la sua rabbia.
Premesso che ormai da sette anni "la mia televisione" rappresenta solo un supporto per il lettore DVD e/o VHS, poche sere fa decido di provare a guardarla nuovamente, l’insana decisione riguarda la messa in onda di un documentario (addirittura!) su raitre sull’EMERGENZA SOCIALE!! LA COCAINA! …ieri sera ci riprovo con 1977 UN DIARIO IN BIANCO E NERO sempre su raitre.
Trovo semplicemente sconcertante l’inadeguatezza e la superficialità di questi tentativi di informazione mistificata e strumentale!
"Cocaina" non ce l’ho fatta neanche a vederlo tutto, dopo lo sbirro milanese che con faccia candida e vestito come rambo cinquantenne dice all’arrestato "…ma lo facevi davanti ad un bambino… e questo non è giusto" oppure "..davvero.. raccontami, ti ascolto, perchè lo fai? per noia?" …. ho naturalmente spento, neanche Starsky e Hutch era così finto !!! (per non parlare della descrizione fisica, fatta dal medesimo poliziotto, del prototipo milanese dello spacciatore di coca: nero, cappellino, jeans larghi, telefonino… e poi nero sicuramente (?????)).
Ierisera invece "77" è un perfetto esempio di come si può parlare per un’ora di una storia senza dirne assolutamente nulla! Anzi … trasformandola in altro: sembrava l’effetto di una nube tossica, tutti impazziti che sparavano senza motivo, un po’ fricchettoni un po’ PeterPan.. però c’era bella musica per fortuna, corrado, carrà… evvai!
Giuro solennemente che non mi verrà mai più la malsana idea di riaccendere la tv!!! (le puntate di report continuerò a scaricarle!)
PUFF! Son tornata!
Con una cuccia nuova! Il rinizio di trantran è segnato da un trasloco (come al solito… ho contato le mie case nella mia breve vita: siamo a quota 17…speriamo bene!).
La nuova tana è talmente vicina ai binari dell’alta velocità che ogni volta che vado in bagno, entra il controllore a chiedermi il biglietto!
Riprendo pian piano connessione!