Chi mi conosce bene sa che, nel mio variegato passato ;-), ho lavorato due anni nello studio di un broker assicurativo, e vuoi per fede politica, vuoi per aspetto, ero l’addetta all’ufficio sinistri. Sarà per questo che da stamane ho questa notizia che mi frulla nella testa e non riesco a staccarmi soprattutto dal suo significato essenziale, la notizia è questa:

“Si chiama “Amidonna” ed è la prima assicurazione in Italia che è specificatamente creata per le donne e i minori vittime di qualsivoglia tipo di violenza. In Italia, Paese in cui tali gravissimi incidenti avvengono ma spesso non vengono denunciati, ora vedranno una tutela in favore dei soggetti deboli colpiti. Il gruppo assicurativo “Filo Diretto“, che ha contribuito alla creazione della polizza “Amidonna”, prevede sostegno per violenze fisiche, psicologiche e sessuali.”

Mi pare purtroppo scontato dire che non penso che questa nuova polizza sia un caso isolato ma sottende un pensiero e un modo molto comune di considerare tali “incidenti”, e semplicemente lo rende esplicito materialmente perché lo monetarizza. Wikipedia dice:

“L’assicurazione ha lo scopo precipuo di "trasformare il rischio in una spesa". Infatti attraverso la stipula di un contratto, l’assicurando "quantifica" il danno patrimoniale che esso avrebbe se l’evento garantito (il rischio) si verificasse… Il costo determinato, detto "premio (dal latino pretius) assicurativo" viene calcolato in base alla probabilità che l’evento stesso si verifichi. Questa viene determinata sulla base di svariati elementi.

Provo a non fermarmi ai commenti, ai dubbi e soprattutto alle bestemmie che escono spontanei dalla mia bocca… (soprattutto mi immagino i colloqui per stabilire il rischio e il premio: che faranno visiteranno l’armadio per stabilire il rischio? Chiameranno Lele Mora come consulente per stabilire quanto quel corpo soddisfa il fabbi/sogno? E soprattutto ci sarà il talloncino da esporre bene in vista sulla scollatura altrimenti sarai multata?).. stop stop… ho promesso che non mi sarei lasciata andare… ho già invocato il sarcasmo da FikaSikula che l’ha ben espresso in questa immagine!

D-K commenta la notizia dicendo “…è come se si aumentassero i risarcimenti per chi si fa male perché la strada è piena di buche ma nessuno intervenisse per mettere in sesto il manto stradale…”,
… io aggiungerei che è come se ci fosse chi gira con un martello pneumatico a far buche in giro e a nessuno venisse in mente di fermarlo!!

Ma è soprattutto quel TRASFORMARE IL RISCHIO IN SPESA che non smette di inquietarmi profondamente se lo penso rapportato ad una donna stuprata.
Fino ad ora c’è stata “la commercializzazione”, l’utilizzo come oggetto di mercato, di scambio politico e di qualsivoglia porcheria dei corpi delle donne “perfetti”, ora invece persino gli eventi tragici e il dolore delle donne vengono messi a profitto, divengono oggetto di mercato.

“Naturalmente”, leggendo le “condizioni della polizza”, si comprende che il “danno” è considerato risarcibile con la copertura delle spese mediche e psicologiche per la risoluzione del trauma :-O
E per lo psicologo ad esempio è previsto un massimo di 1.500 euro… sarei davvero curiosa di sapere con che criterio hanno stabilito “la durata” di un sufficiente sostegno psicologico… [grrrr…calma calma…]

Si privatizza, e di conseguenza si ritiene sottilmente una responsabilità e anche una scelta personale (non sei assicurata… così impari a non esser previdente!!), quello che è un problema pubblico e politico, senza entrare nei particolari di quello che dunque questa polizza significa per la concezione di welfare pubblico…


Sono allibita, resto a pensare… magari poi continuo….