Video-testimonianza di un immigrato e un padre comboniano nell’ "American Palace" devastato
 
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Leggi il comunicato del movimento antirazzista di Caserta

 
Giovedì 20 novembre: centinaia di poliziotti, unità cinofile, vigili del fuoco fanno irruzione alle 5 del mattino nel "Palazzo degli americani" a Castelvolturno, dove abitano centinaia di immigrati, il luogo simbolo dell’insediamento africano. Ufficialmente è una perquisizione in cerca di armi e droga, cercano anche dei latitanti, addirittura un Keniota (mai visto un keniota a Castelvolturno..). La perquisizione non da alcun esito, ma diventa
l’occasione per il fermo di massa di 77 immigrati e la deportazione di 57 tra
essi nei centri di espulsione di Lamezia Terme, Roma, Bologna e Modena! 
E’ uno sgombero di fatto del palazzo, perchè anche gli altri immigrati,
spaventati, vanno via, pur pagando tutti l’affitto ed avendo i documenti!

Alle 11.00 del mattino replicano i carabinieri. Due giorni dopo il palazzo appare semi-devastato, porte e finestre sfondate, alcuni immigrati lamentano la scomparsa di importanti somme di denaro…
Sono passati appena due mesi dalla "Strage di San Gennaro", la camorra che uccide 6 cittadini africani a Castelvolturno, la rivolta del giorno seguente, lo scandalo nazionale, lo Stato che invia centinaia di militari per "combattere la criminalità", mentre il ministro della difesa, senza alcun elemento, parla di "guerra tra bande".

Una strage terroristica dai motivi ancora oscuri, rivolta probabilmente contro l’intera comunità migrante. Si parla degli interessi legati alla speculazione edilizia e ai fondi per il turismo che mal si sposano con la massiccia presenza immigrata, si parla della "propaganda armata" del "gruppo Setola" per rilanciare le estorsioni e affermarsi nella geografia dei clan casertani. Non trova invece alcuna conferma la pista battuta nell’immediato dai mass media: il presunto coinvolgimento degli uccisi nel traffico della droga. Erano lavoratori…
Il 4 ottobre una grande manifestazione di protesta avvolge la città di Caserta con oltre 15000 persone. Le istituzioni locali sembrano reagire: a Castelvolturno si susseguono gli "eventi"… conferenze regionali sull’integrazione, gli stati regionali della scuola, fino al concerto contro la camorra, che segna anche la drammatica scomparsa di Miriam Makeba, artista sudafricana e simbolo della lotta all’apartheid. Un avvenimento che alla luce dei fatti di oggi diventa ancor più una tragica metafora…
Dopo due mesi i corpi degli uccisi languono ancora all’obitorio in attesa di essere rimandati a casa, in Consiglio comunale viene chiesta la chiusura del centro Fernandez, unico centro di accoglienza, e i commercianti italiani si lamentano per i "troppi controlli" dei militari, attribuendone la responsabilità alla presenza degli immigrati!
Infine (infine…?) il blitz del 20 novembre. Impossibile non coglierne anche la portata simbolica, il pesante segnale intimidatorio verso tutta la comunità africana. Come se la polizia completasse il lavoro della camorra! O forse la rivolta di settembre non poteva restare "impunita"…
Il palazzo degli americani è il luogo in cui si è tenuta la conferenza stampa degli immigrati e del movimento antirazzista dopo la strage, è il luogo ripreso da tutte le trasmissioni televisive nei giorni seguenti. Oggi la polizia perseguita le vittime: eppure nessuna voce si è ancora levata sui mass media a denunciare il significato di questa operazione. Il sindaco Nuzzo, che già aveva detto che "senza troppi immigrati" Castelvolturno poteva diventare la nuova Malibù (…!!), addirittura appaude sotto la spinta dell’opposizione di centrodestra. Gli speculatori, dai Coppola in giù, sognano una nuova ondata di cemento. L’indignazione è già finita…
 
 
InsuTv (Tv di strada napoletana – www.insutv.it)