Tirò fuori velocemente dallo zaino la maglietta sporca di sangue, fece attenzione a non muoversi per non sporcare il pavimento, era appena morta eppure aveva le apprensioni della massaia. Sentiva uno strano odore di muffa mista a fango, gli inondava le narici, gli soffocava la gola.
Denise aveva 34 anni e già troppi danni.
Denise non era triste anzi… ma la sua felicità le puzzava di scaduto. Era troppo tempo che si sentiva come la maionese in frigo. Sfiorò il suo sangue… era freddo come lei, non era caldo come aveva letto nei racconti pulp. Si svegliò di colpo e il sapore in bocca di maionese avariata le diede subito la nausea, provò a vomitare ma uscì solo saliva bianca e respiro affannato. Richiuse gli occhi, sbuffò e già il lavoro e la spesa le pungolavano lo stomaco e il cervello.
Rafael aveva gli occhi di un uomo e la sensibilità di un criceto, leggeva libri per collezione e quella notte aveva sognato la sua mamma. “Mi ami?” era la domanda più frequente che aveva rivolto nei suoi 38 anni di vita distratta. Si girò fra le lenzuola sporche e sfiorò i seni di Denise, scese giù lentamente verso l’ombelico, giocherellò con l’elastico dei suoi slip e poi andò in bagno a lavarsi i denti. Quando ne uscì Denise non era più lì.
Fabiola si stropicciò gli occhi, portò il pollice destro in bocca e con la sinistra cercò mamma e papà, un’illusione piccola come lei, in fondo già sapeva che non sarebbero mai stati lì, si incappucciò con le lenzuola, inspirò profondamente e continuò a dormire.
Passò un giorno o forse più.
Denise prese la pillola, impostò la sveglia sul Nokia e si arrotolò fra le lenzuola, non c’erano né Fabiola né Rafael, si chiese già dormendo dove mai fossero…
Si svegliò dopo poco completamente bagnata fra le cosce, era eccitata come non le succedeva da tempo, approfittò delle assenze per accarezzarsi… poi fumò 4 sigarette e si impose di dormire.
Rafael stringeva forte la mano sinistra di Fabiola che con la destra diede i due euro al fioraio, e Fabiola strinse forte quelle rose senza sapere perché. Le portò sulla tomba di una mamma qualsiasi.
Un coltello trafisse le aspirazioni di Denise,
un coltello trafisse la sicurezza di Rafael,
un coltello trafisse l’esistenza di Fabiola
… ma forse erano vivi.