FANTASTICO video di Insu^tv sulla vicenda monnezza, sulle notizie celate e le mani legate.
Cliccando sull’immagine sotto, potrete vederlo da Youtube ma in forma anonima… che è meglio 😉
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Questa poesia appartiene profondamente alla mia infanzia.
Non sapevo ancora leggere, me l’ha insegnata mio nonno;
e lui, come i miei zii, come tutti i miei compaesani
me la facevano recitare continuamente
e si convinsero, vedendomi recitarla, che dovevo fare l’attrice.
Ma non convinsero me!
Qualche settimana fa ho rincontrato un’anziana signora che non vedevo da anni,
mentre la salutavo mi spiegavano che non mi avrebbe mai riconosciuta
essendo ormai affetta da una grave forma di demenza senile.
Mi ha soltanto sfiorato.. e poi mi ha detto:
"Come dicevi sempre? A morte ‘o ssaje ched’e?.."
Ogn’anno,il due novembre,c’é l’usanza
 per i defunti andare al Cimitero. 

Ognuno ll’adda fà chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.
Ogn’anno,puntualmente,in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,

anch’io ci vado,e con dei fiori adorno 
il loculo marmoreo ‘e zi’ Vicenza.
Tutte le informazioni sul corteo di Cosenza
http://www.infoaut.org/news.php?id=1123
Vai allo speciale Sud Ribelle
http://www.infoaut.org/news.php?id=1098
altri link:
http://www.cosenza2febbraio.org
http://indycalabria.indivia.net/
Cosenza – Oltre diecimila persone in corteo: siamo tutti sovversivi! La cronaca del corteo per il Sud Ribelle [cronaca-dirette-foto]
Cosenza – 2 febbraio 2008 Una giornata faticosa, un corteo che ha visto sfilare per le vie di Cosenza oltre diecimila persone arrivate per portare
solidarietà ai tredici compagn* sotto processo per propaganda e associazione sovversiva. La requisitoria del pm Fiordalisi, pur nel suo straparlare, ha avuto il merito di far questo, cioè di riportare a convergere nella città calabrese i tanti percorsi sgretolatosi con la fine
dell’esperienza della Rete meridionale del Sud Ribelle..
Appare evidente come i valori del primo femminismo che più ci potevano aiutare (parità economica e sociale) siano stati vampirizzati e abbiano prodotto a livello di massa un "femminismo alla Cosmopolitan" (donne in carriera, donne nell’esercito) che ha generato una duplice reazione: un fastidio anche solo nei confronti della parola femminismo da parte delle donne più sensibili a determinati temi sociali e una pericolosa fascinazione che ha trascinato molte altre nel vortice dei "valori" carriera-denaro-affermazione di sé tipici del peggior capitalismo. Senza considerare tutte quelle che dal femminismo non si sono neppure lasciate sfiorare (vedi le Neo-Tradizionaliste scoperte – o inventate? – da Faith Popcorn (1)).
Questa trasformazione del femminismo ha prodotto presso le donne una colpevolizzazione da falsa emancipazione che le ha portate a considerare le dolorose contraddizioni delle loro vite più come il prezzo da pagare per la raggiunta parità economica che non come la conseguenza di una parità sociale mai raggiunta di fatto: "Ma di quale parità parlano? Se é vero che le donne ce l’hanno fatta allora perché l’80% delle lavoratrici svolge mansioni tipicamente femminili? […] La tesi tanto strombazzata che il femminismo è responsabile dell’infelicità delle donne si rivela assurda e non pertinente. I mali ascritti al femminismo sono tutti dei miti. Dalla carestia di uomini all’epidemia di sterilità, dall’esaurimento psicofisico all’intossicante affanno quotidiano la cosiddetta crisi della donna trae origine da un sistema chiuso che inizia e finisce con i media […] che perpetua ed ingigantisce un’immagine distorta della femminilità" (2).