Sto cercando il film "BORN IN FLAMES"…  qualcuno ce l’ha?  o può aiutarmi a trovarlo?

Graziegrazie! 

La cineasta bisessuale Lizzie Borden divenne famosa tra il pubblico gay e gli amanti del cinema indipendente a metà degli anni ’80, per i suoi film visionari dallo stile eclettico, dove l’attenta osservazione delle realtà sociali è sempre ispirata da una prospettiva femminista.
Lizzie Borden è nata il 3 febbraio 1958, figlia di un facoltoso agente di cambio. Il suo vero nome era Linda Elizabeth, ma quando da ragazzina imparò dai suoi amici una filastrocca sul noto caso giudiziario di Lizzie Borden (che, forse lesbica, nel 1892 a 22 anni fu processata e assolta per insufficienza di prove per l’ omicidio a colpi d’ascia del padre e della matrigna), provocatoriamente decise di cambiarsi il nome in Lizzie Borden.
Si convinse a cimentarsi nella cinematografia, dopo aver assistito ad una rassegna di film di Jean-Luc Godard. Imparò da autodidatta le conoscenze necessarie a girare un film.
Sebbene avesse già girato nel 1976 un film in bianco e nero intitolato “Regrouping”, il primo film della Borden che ricevette l’attenzione del pubblico e che poi è rimasto il suo più famoso, fu “Born in Flames” del 1983. Un film di fantascienza femminista ambientato in un futuro recente, dieci anni dopo una “seconda rivoluzione americana”, che ha portato all’instaurazione di un regime socialista negli Stati Uniti. Sebbene politici servili e annunciatori radiofonici rassicurino la gente che l’eguaglianza è stata finalmente raggiunta, ben presto si rivela l’ipocrisia della nuova società fortemente maschilista. Accompagnate da una colonna sonora di musica punk , le eroine del film, soprattutto lesbiche e di colore, inizialmente divise in vari gruppi, si coalizzano per combattere l’oppressione verso le donne presente nella nuova società.


Fatto in stile pseudo-documentario , “Born in Flames” trasmette un potente messaggio politico con intensità e poesia, lasciando il pubblico emozionato. Dopo il successo alla prima, avvenuta al Film Festival di Berlino nel 1983, il film vinse il primo premio al French International Women’s Film Festival di Sceaux.
Uscito in video nel 1997 “Born in Flames” rimane un classico del cinema Lesbico-femminista. Quando alcune femministe criticarono la violenza di alcune protagoniste del film, la Borden rispose dicendo “Ho chiesto a molte, molte donne se esse avrebbero mai usato la violenza, e la risposta fu sempre no. Che soluzione conveniente per il governo… Io pongo la domanda: Cosa faremmo se succedesse ?”.
La Borden fu anche produttrice del film che costò 30.000 dollari.

Filmografia completa
1976 "Regrouping "

1983 "Born in Flames" 

1986 "Working Girls 
1988 Monsters" (episodi TV)

1991 "Love Crimes "

1992 Inside Out Tales of the Unexpected (episodio "The Diaries"; episodio "Shrink Rap")

1994 "Let’s Talk about Sex" segmento di Erotique 

1996 "Bad Girl" episodio di Alex Mack ( TV)

1996 "Red Shoe Diaries" (1 episodio, 1996)

1996 Juarez TV episodi

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Lizzie Borden era una ragazza normale, a cui non mancava niente, occupata nelle attività di ogni giovane donna della sua età, dalla coltivazione dei fiori, all’attivismo parrocchiale. Il giorno della tragedia abbattutasi sulla sua famiglia fu udita dalla cameriera prorompere in una risata anormale e folle. Quel giorno mentre lei era sola in casa, i genitori furono trucidati a colpi di scure in una vera carneficina, nessun altro oltre lei era presente e nessun altro sembrava aver avuto la possibilità materiale di compiere tali efferati omicidi. Ma non c’era movente, e i giudici ritennero improbabile che una signorina così dabbene e fragile potesse aver compiuto un simile atroce atto. Tuttavia Lizzie fu colta sul fatto mentre bruciava un suo vestito macchiato di sangue e cadde spesso in contraddizione, tanto che l’opinione pubblica la marchiò come colpevole e iniziò a girare per le strade la sua filastrocca ancora nota oggi:Lizzie Borden prese una scure, e diede a sua madre quaranta colpi, quando vide quel che aveva fatto, ne diede quarantuno a suo padre. In italiano non fa rima, ma nella lingua originale è una canzoncina che i bambini cantano per le strade saltando la corda.