La società patriarcale è basata sul rapporto autoritario-sfruttatore e la sessualità è di tipo sado-masochista. I valori del potere, del dominio dell'uomo sull'altro, si riflettono nella sessualità dove storicamente la donna viene data all'uomo per il suo uso. Anche il linguaggio sessuale incorpora questo concetto: non a caso si dice che l'uomo "prende" la donna e lei "si dà" a lui, oppure che l'uomo "possiede" la donna. L'idea della donna come proprietà dell'uomo è basilare alla sua oppressione ed è spesso l'unica proprietà permessa dagli uomini dominanti agli uomini che loro sfruttano. La stessa espressione "classe proletaria" significa "colui che possiede la prole" e va da sé che significa anche "colui che possiede il mezzo" ossia la donna per produrre la prole. In altre parole la donna viene data all'uomo (sfruttato) come compenso per il suo stato di nullapossidente. Inoltre le frustrazioni dell'uomo come essere subordinato in un rapporto di potere vengono attenuate dalla possibilità di trasformarsi da oppresso in oppressore. Il mutamento della sessualità in un modello sado-masochista di potere e di sottomissione, vuol dire che in effetti nel mondo maschile quella che viene definita ''sessualità" altro non è che perversione. La frigidità maschile, ossia l'impossibilità di esprimere un'autentica sessualità è fondamentale per questa perversione. L'uomo tenta di mascherare questa sua frigidità attraverso un comportamento definito "virile" e "attivo" e che in realtà è un concetto ideologico per mistificare la violenza.

Nella società patriarcale la virilità è uguale alla violenza.

Il simbolo della virilità, IL FALLO ERETTO, è quindi simbolo della violenza.

Vignetta del "compagno proletario" Vauro_21 ottobre 2007 

 

Ma nella misura in cui virilità=violenza non è una forza vitale, ma solo paravento della vera frigidità, l'erezione del pene non è segno di vitalità sessuale, ma solo riflesso condizionato. L'uomo, mentre cerca di nascondere la propria frigidità, tenta di costringere la donna ad una frigidità scoperta ed accettata. La donna deve essere l'oggetto inerte e passivo che plasmato e manipolato con la violenza, darà l'illusione di vigore all'uomo frigido. Questo comporta la totale oppressione della sessualità della donna e della sua stessa identità. Sopraffare la sessualità della donna vuol dire schiacciare la sua vitalità, la sua creatività, creare in lei il masochismo che la rende oggetto più facile da sfruttare. L'autentica sessualità è la spontanea reazione agli stimoli sia psicologici che fisiologici che si gestiscono per ottenere un piacere sessuale ed è anche la presa di coscienza di tutto il corpo come fonte di creatività sessuale. La spontaneità e la capacità di gestire il piacere sono indispensabili a questa creatività e non possono esistere nella società patriarcale dove vengono represse per canalizzare la spinta sessuale in una perversione basata sulla violenza, la paura e la frigidità. Noi denunciamo come la più nuova forma di oppressione della donna il concetto di "rivoluzione sessuale", dove la donna viene indotta a passare da oggetto di uno ad oggetto di tutti e dove la pornografia sado-masochista nei films, nelle riviste, in tutti i massmedia che brutalizzano e violentano la donna, viene contrabbandata come un trionfo della libertà sessuale. Questa è la libertà per la donna nello stesso senso della libertà intesa dai nazisti quando scrivevano sulle porte di Auschwitz: "Lavoro è libertà". Scoprire che l'oppressione sessuale è il perno del potere maschile rendendoci diverse da qualsiasi gruppo oppresso, è stato possibile solo quando abbiamo cominciato a renderci autonome da tutte le strutture e le ideologie di oggi.

 

MOVIMENTO FEMMINISTA ROMANO_1972