L'UE ha rigettato la richiesta di proroga alla sanzione per la mancata
modifica della legge Gasparri (multa di 300-400 mila euro al giorno).

Quindi dal 20 settembre la multa abbiamo già cominciato a pagarla.
Dato che la camera ha deciso che non prenderà più in mano la Gentiloni
per almeno 3 mesi e che per la discussione in parlamento e l'approvazione della
legge ci vorranno come minimo altri 3 mesi allora mancano come minimo 6 mesi
all'approvazione della legge che coincidono a 6 mesi di multa UE (verosimilmente molti di più).

Facciamo allora un po di conti per vedere quanto noi cittadini dovremmo
sborsare per mantenere il più possibile il monopolio mediatico
berlusconiano (mettiamo che la multa sia di "soli" 300.000 euro al giorno e che ogni mese
sia composto solo di 30 giorni): 300.000 x 30 x 6 = 54.000.000 euro
CINQUANTAQUATTROMILIONIDIEURO (la cifra reale sarà molto più alta) soldi
che paghiamo noi contribuenti e vanno indirettamente a Berlusconi, che mantiene
il suo monopolio abusivo e salvaguarda i suoi fatturati.  

ARGHHHH! 

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Il 19 luglio 2006 la Commissione aveva inviato all'Italia una lettera
di costituzione in mora con una richiesta di informazioni in merito
alla normativa italiana che disciplina il passaggio (switchover) dalla
tecnica di trasmissione terrestre analogica a quella digitale,
avanzando il dubbio che tale normativa possa violare le direttive
comunitarie "nella misura in cui potrebbe introdurre degli ostacoli
all'ingresso di nuovi operatori nel mercato dei servizi di
radiotelediffusione in tecnica digitale, venendo quindi a rafforzare la
posizione degli operatori televisivi già presenti sul mercato
italiano". Per la Commissione, l'attuale normativa italiana potrebbe
precludere agli operatori che non svolgono attività di trasmissione
analogica la sperimentazione di trasmissioni digitali e la creazione di
proprie reti digitali.

Inoltre, dice Bruxelles, la normativa italiana consentirebbe alle
emittenti esistenti di acquistare un numero di frequenze per la
sperimentazione digitale superiore a quello necessario per la
trasmissione simultanea dei loro programmi in tecnica analogica e in
tecnica digitale, come pure di mantenere il controllo sulle frequenze e
sulle reti per le trasmissioni analogiche anche dopo la data prevista
per la cessazione della radiodiffusione in tecnica analogica
(switch-off). Questo secondo la Commissione "priverebbe i concorrenti
del dividendo digitale risultante dall'accresciuta capacità delle reti
digitali".

Il passaggio al digitale aumenterebbe le possibilità di liberare
un'ampia porzione dello spettro delle radiofrequenze per una serie di
servizi di radiotelediffusione interamente nuovi, che vanno da una
maggiore offerta di programmi televisivi trasmessi in tecnica
tradizionale alla radiodiffusione mobile, alla televisione terrestre ad
alta definizione (HDTV) e alla televisione interattiva. 

Per questo la Commissione ritiene che l'Italia
sia su questo tema ancora inadempiente.